lunedì 3 maggio 2010

Viaggio di ritorno

Il viaggio di ritorno comincia la mattina molto presto.Sono le 6 di mattina ed Evel mi accompagna al capolinea della Caribe Tours a Petion Ville che è un po' come la "Parioli" di Port au Prince. Si trova sopra a una collina che sovrasta la città e, stranamente, qui i danni del terremoto sono molto pochi, mentre invece nei quartieri popolari, in basso verso il mare, è andato più o meno tutto distrutto.
Alla stazione dei bus c'è già molta gente in attesa. I cancelli aprono solo alle 7.00. Ancora qualche formalità da sbrigare e... alle 8.30 siamo in partenza. Ma prima una bella sorpresa: La mia amica Gaelle è venuta a salutarmi!
Mi vivo il viaggio di ritorno come la pellicola di un film che si srotola al contrario...
Passano le ore e alle 17.30, ora di Santo Domingo, eccoci in arrivo al terminal dei bus.
All'uscita tanti tassinari che mi chiedono dove voglio andare, ma io dico di no a tutti e mi metto in spalla il mio zaino, cominciando a girovagare per la città alla ricerca di un albergo dove passare la notte.
Cammino moltissimo, ma dell'albergo neanche l'ombra.
Incontro sul mio percorso la "Fiera internazionale del libro". C'è molta gente, banchetti di ambulanti, ragazzi delle scuole in visita alla fiera, e sopratutto c'è la fiesta! E' un ambiente tipicamente da Latino Americano, mentre invece Haiti, che ormai ho lasciato alle mie spalle, era un mix tra America Latina, Africa e molto Inferno. Metti insieme tutti questi ingredienti, sbatti bene e.. ottieni Haiti!!!
Però c'è da dire che di tutta l'esperienza vissuta ho un forte ricordo che non riesce ad andare via dalla mia mente. In particolare non riesco a dimenticare i bambini delle scuole, le attività di animazione che ho avuto la possibilità, e potrei dire anche l'onore, di poter svolgere nel corso della mia missione, con molta gioia per i bambini e potrei dire anche per me.
Ma ora torno al presente... mi fermo a mangiare qualcosa e poi proseguo, un po' alla deriva, affidandomi al mio buon fato.
Mi ferma ragazzo che poi scopro essere haitiano. Sembra un "ragazzo di strada" ormai grande. Parla francese e anche un po' di italiano.
Gli domando se sa dove posso trovare un albergo economico e mi accompagna con un taxi, anch'esso economico, nella zona coloniale della città.
L'albergo è il peggiore in cui sia mai stato in vita mia. Ma costa solo 20 dollari e per me va benissimo perché ormai sono quasi senza soldi, e poi è sempre meglio della mia ultima sistemazione ad Haiti, dove dormivo per terra, con solo un materassino da mare che mi ero portato.
Il ragazzo haitiano dice di chiamarsi Oliver (?). Mi racconta che i suoi genitori sono entrati nella repubblica Dominicana, tanti anni fa, come clandestini, e tali sono rimasti. Per cui anche lui non ha documenti e sta cercando (?) di risolvere il problema.
Andiamo insieme a un bar, io prendo un caffé e lui una birra grande. Pago la consumazione e lascio ad Oliver gli ultimi dollari che ho, e qualche pesos, per il favore che mi ha fatto, e lui mi promette che domani mattina alle 10.00 mi accompagnerà dove partono i bus per l'aeroporto de La Romana, dove domani sera ho l'aereo per Roma.
Sono un po' stanco, saluto Oliver e me ne vado in camera. Solita doccia fredda, ma questa volta almeno l'acqua corrente c'è.
Dopo il lungo sonno rigeneratore...
La mattina dopo vado a prendere un caffé e intorno alla "Casa dell'indipendenza" c'è una mostra di foto-ritratto di scrittori latino americani, tra cui anche Sepulveda e Garcia Marquez.
Torno all'albergo e con un'ora di anticipo arriva Oliver. Prendiamo una Guagua, l'equivalente dominicano dei Tap Tap haitiani, e andiamo alla stazione dei bus.
Oliver ha deciso che sarà la mia guida fino all'aeroporto e viene con me sul bus. Dopo un'ora e mezza circa di strada siamo alla Romana. Ultimo passaggio in taxi per l'aeroporto e... ci sono! Oliver torna invece indietro verso Santo Domingo, mentre io mi metto in attesa del mio volo che sarà molte ore dopo.
Finisce qui la parte "narrativa" di questo viaggio. Tra poche ore sarò di nuovo in Italia e ci sarà molto da fare per concretizzare tutto il lavoro che ho svolto ad Haiti.
Mi sono volutamente voluto soffermare a volte, in questo mio lungo resoconto di viaggio, sugli aspetti personali del viaggio stesso, allo scopo di "umanizzarlo" quanto più possibile. Grazie a tutti/e per avermi sostenuto e ora... facciamo qualcosa, tutti insieme, per aiutare i bambini di Haiti!!!

Italo Cassa

sabato 1 maggio 2010

Sulla via di casa...

Tra poche ore mi rimetterò in viaggio per tornare a casa a Roma...
Sarà un viaggio che durerà 2 giorni. Prima nella Repubblica Dominicana, procedendo a ritroso come i gamberi per la frontiera di Jimani.
Poi lunedì sera all'aeroporto La Romana, e infine martedì pomeriggio l'arrivo all'aeroporto di Fiumicino.
La mia partenza per Haiti era stata al buio... quasi un lancio senza paracadute...
Ma poi, piano piano, si sono materializzate le informazioni giuste, le persone giuste che hanno reso possibile il mio viaggio ad Haiti.
Il bilancio è nettamente positivo.
Ora aspettiamo le donazioni che ci invierete (ci contiamo!) per il progetto di ricostruire una o più scuole crollate per il terremoto.
Il blog si ferma fino al mio arrivo a Roma... a presto!!!